29 marzo 2006

ant 


Ant

Footprints Through The Snow

(Homesleep / Audioglobe, 2006)




Antony
"Ant" Harding (ricordate gli Hefner?) passeggia sulla neve in una piacevole giornata assolata e con voce acuta e vena malinconica accompagna miti riflessioni acustische tutto cuore e zucchero filato. Traspare da Footprints Through The Snow quel comune stato di sofferenza nostalgica mista ad un masochistico ma dolce, auto compiacimento.

La formula è nota. Voce leggera, miele di chitarra , organo, piano, qualche arco qua e là, episodi equilibrati e curati. Cinquanta minuti di buona musica senza virtuosismi. Insomma, il piacere della semplicità.

Rimangono appese alle orecchie le armonie fragili (When your heart breaks, Slipped away), gli archi e i fiati solenni, mai banali (Spent Too Long Walking With No Heart To Follow, Change With The Season), l'essenzialità melodica e compositiva (This Goodbye Kiss, Look How This Time Flies), la luce di una quotidiniatà riflessa sulla neve, macchiata solo dalle tracce dei "nostri" passi.

Perché “nostre”, sono le storie Harding racconta.


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Ant


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15 marzo 2006

spora #3 

Mia moglie è favorevole agli O.G.M. da quando ha saputo che ci saranno piselli più grossi e resistenti...
Dario Vergassola

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06 marzo 2006

controller, controller 


Controller, Controller

X-Amounts

(Cd,Paper Bag/Kizmaiaz,2006)



Controller, Controller. Ancor Canada, ancora chitarre dal suono vintage ottanta, ancora un successo preannunciato, ancora la nuova rivelazione indie, ancora bla bla bla per inquadrare il fenomeno ormai piuttosto rilevante di band di successo, geograficamente e musicalmente vicine (ne cito a caso due recenti che ho apprezzato: Broken Social Scene, Wolf Parade).

L' attitudine decisamente rocchettara espressa attraverso le schitarrate taglienti ed acute (Heavy As A Heart), le sonorità rumorose è miscelata ad una semplificazione compositiva dei pezzi, non tanto nell'accezione punk del termine (due minuti di casino distorto e leviamoci dalle palle), ma quanto nella sua connotazione più dance ed ossessionante, anche in episodi meno ballabili (Raw No).

Cosa vuol dire tutto ciò? Vuol dire loop esasperati degni della migliore house music, linee di basso e riff danzerecci (Poison Safe) portati avanti per interi minuti senza soluzione di continuità, un cantato (Nirmala Basnayake) che sapientemente rispecchia tale lucida ambiguità espressiva ed esistenziale (mi si passi il termine).

Tutto X-Amounts si mantiene in questo limbo orecchiabile di generi e tendenze, ora punk ora dance. Sarà curioso sentirlo suonare con eguale capacità di coinvolgimento, dal vivo, nelle rockteche o nelle dancefloor più esigenti.

Cito a riguardo le parole di See Magazine su Hystory (il loro Ep di debutto) che credo riassumano rapidamente l'essenza dei Controller, Controller, ovvero: "l'incontro perfetto fra i Fugazi e Donna Summer.

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