20 settembre 2006

dan sartain 


Dan Sartain

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( One Little Indian / Goodfellas, 2006)


Dan Sartain, agorafobico per scelta, onanista per indole, fumatore incallito per vocazione, è senz’altro un personaggio. Ma Sartain possiede anche un'ispirazione cristallina, radici musicali ben piantate laddove tutto ebbe inizio (Buddy Holly, Little Richard, Chuck Berry), una spiccata capacità di sintesi compositiva, oltre che una scarsa fantasia per i titoli dei suoi album (fate un giro e poi mi dite).

Dan Sartain ci regala tracce costruite su dinamiche di chitarra macchiate da distorti e sporadici lo fi. Tesse con indolenza punk tele invisibili da Elvis a Morricone. Eiaculazioni precoci (due minuti di media), sorprendenti nella loro capacità di soddisfare l'insaziabile ascoltatore. Assillanti, come nel caso del pop spudorato di Thought It Over (in pratica un pezzo dei Depeche Mode tele trasportati negli anni sessanta).

Sopra tutto colpisce la sua capacità interpretativa. Dall'open track Drama Queens, passando per il romanticismo acustico di The World Is Gonna Break Your Little Heart, fino alla pixiana I Wanted It So, emerge un'impronta fortemente personale, mentre le contaminazioni (country, rockabilly, punk, blues) fanno solo da contorno ad un minimalismo orecchiabile ed incisivo.

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