02 gennaio 2006

lo stato dell'arte 

Mi guardo intorno, concerti, lettura di poesie, mostre, installazioni, nuove uscite discografiche e mi rendo conto che in questo marasma, il quesito secolare su cosa si possa definire arte e cosa no, oggi più che mai non trovi risposte, perso com'è nell'invasione di musicisti pseudointellettuali, colti come zucche ad halloween, pagliacci pretenziosi come decrepiti rettori universitari e sopravvalutati come solo avviene per qualche calciatore che sposa una Spice Girls. Fenomeni da baraccone bravi nel confezionare ad hoc canzoni ed album di successo poi preda di adolescenti isteriche lobotomizzate od ancora peggio (notevolmente peggio) di ascoltatori di vecchia data rincoglioniti Non sono da meno i vari pittori, scultori e/o presunti tali che dipingono il nulla racchiuso in una tela bianca installata nel mezzo di una stanza vuota nella sacrestia polverosa di una chiesa abbandonata, o che riempiono fogli di carta con sputi di colore policromi ed irregolari sostenendo siano espressione della modernità opprimente e disarmonica, od ancora accatastano oggetti di uso comune, macchine giocattolo, ferri da stiro o occhiali da vista, in una fiera dell'accumulo, cosiddetto artistico, che va democraticamente dalle croci cristiane fino ai vibratori a batteria. L'incomprensibilità di certe forme espressive dovrebbe limitarne l'importanza. Basta che qualcosa di esteticamente piacevole (all'orecchio od agli occhi) per renderlo Arte e per definire Artista colui che lo crea? Bhe, se così fosse, mi imbatto giornalmente in forme d'arte purissima di sesso femminile i cui genitori sarebbero da annoverare tra i grandi protagonisti del novecento al pari di gente tipo Miles Davis o Dalì.

Rimango legato all'idea che Arte non sia solo sollazzo per i sensi, emozione, piacere fine a se stesso, ma anche portatrice di un qualche messaggio utile ad orientarsi nel tempo in cui si vive, magari a guardare anche oltre, nel tentativo di cambiare lo stato delle cose.

E questo il motivo per cui, nonostante i frequenti casi di inconsistenza tecnica, le palesi mancanze di riferimenti culturali, la praticamente nulla consapevolezza di se... in questo frenetico ventunesimo secolo, una certa musica rock, dotata di forza primordiale, di pulsioni adolescenziali, della capacità di arrivare alle masse, ma anche di rimanere in un angolo e bruciare in solitudine disperata, quella musica dotata nel contempo di uno spirito sempre al passo coi tempi (se non "oltre i tempi" nei casi più illuminati) padrona e non serva delle mode, degli stili, quella musica, quel rock, è ancora oggi se non l'Arte in sè, di certo la forma espressiva che più gli si avvicina.

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3 Comments:

Anonymous Anonimo ha scritto...

ma sei meglio di Celentano!

04 gennaio, 2006 15:08  
Blogger emm ha scritto...

là dove c'era l'erba ora c'è una città...
ma non era meglio l'erba!

04 gennaio, 2006 15:11  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Vogliamo parlare dell'Università "La Sapienza" che, Asor Rosa in testa, ha dedicato una giornata a quel poeta che è Claudio Baglioni! Capito? POETA! UN ARTISTA! UN LETTERATO! Ti rendi conto????: quello che ha paura che il pisello gli prenda il volo ("passerotto non andare via"); quello che si fa le pugnette dopo aver visto "quella sua maglietta fina, tanto stretta al punto che, m'immaginavo tutto" ...

L'Arte, caro Emm, è diventata ormai un optional, un po' come i congiuntivi. Perchè scarseggiano i veri poeti, i veri pittori, i veri rockers, cioè quelli che VIVONO la poesia, il rock, la pittura ... E' tutto un business e poco più.
Vuoi sapere cosa è arte per me?: mio nonno che riparava le scarpe nella sua bottega, con una frotta di vecchietti appollaiati sulle sedie di paglia che discutevano delle COSE DEL MONDO manco fossero al Caffè Beaubourg o al Royal Society, e lui lì che con quelle mani frenetiche e precise ridava forma alle calzature della gente.
Quella si che era Arte.

Abbracci

10 gennaio, 2006 19:34  

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